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“VIAGGIO IN MOZAMBICO”

Cartello con scritta "Monzambique"CRONACA DI UN VIAGGIO IMMAGINARIO DEGLI ALUNNI DELLA IV C Scuola Primaria, Plesso Via B. Croce

➢ Nell’ambito del Progetto Interculturale “Diversamente Uguali”, gli alunni della classe IV C della Scuola Primaria del Plesso Via B. Croce, sotto la guida dei due esperti esterni, hanno simulato un viaggio in Mozambico per meglio conoscere la varietà di vita e di storia degli abitanti del luogo e in particolare dei bambini e comprendere che la diversità arricchisce e non divide. Un alunno racconta:

-Giovedì 11/12/2014, alle ore 10.30, sono venuti in classe la professoressa Ursula e il signor Claudio Bachetti per cominciare la nostra seconda giornata del loro progetto.
Ci hanno raccontato che sono stati per sei anni in Mozambico e oggi vogliono simulare, con noi, una giornata in quel luogo che si trova sulle coste dell’Africa, vicino al Madagascar.

 

La Professoressa Ursula ha dato un cartoncino a ciascuno di noi in cui dovevamo scrivere nome e cognome, disegnare il nostro volto e andare alla dogana a farcelo timbrare come passaporto. Dopo che li abbiamo fatti timbrare, abbiamo simulato il volo fino a Maputo, la capitale del Mozambico. Da qui abbiamo preso il pullman e siamo arrivati in un paesino. Lì ci siamo vestiti come i mozambicani; tutti quanti ci siamo messi delle capulane e le femminucce anche un fazzoletto molto colorato in testa. Subito dopo il Signor Claudio ha preso una stuoia e ci ha fatto sedere. Per prima cosa Ursula ci ha detto che in Mozambico i bambini, per educazione, non parlano se non sono interrogati. Poi ci hanno mostrato degli zaini degli alunni mozambicani per l’asilo e per le elementari; i ricchi possono permettersi di avere degli zaini belli e colorati, mentre i poveri portano i libri e i quaderni con le buste.

I vestiti per la scuola non cambiano molto tra quelli dei maschi e quelli delle femmine; tutti indossano una camicia bianca con il nome della scuola e poi i maschietti hanno dei pantaloncini blu scuro, mentre le bambine delle gonnelline anche blu. Di seguito ci hanno mostrato i libri e i quaderni della loro figlia Chiara. Il quaderno era piccolino perché non avendo tanti soldi, non hanno potuto comprarne uno più grande. Ci hanno detto che in Mozambico si parla portoghese perché ci fu un tempo in cui i Portoghesi conquistarono questo luogo. Tanti anni dopo i Mozambicani ripresero il loro territorio, però la lingua ufficiale rimase il portoghese. Poi ci hanno fatto vedere la bandiera del Mozambico e ci hanno spiegato perché ci sono raffigurati una baionetta, un’ascia e un libro; la baionetta perché in Mozambico ci fu una guerra contro i Portoghesi, un’ascia perché i Mozambicani facevano lavori impegnativi e un libro perché in quel periodo non si poteva studiare. Dopo ancora, Ursula ci ha detto che se un bimbo arrivava tardi a scuola mentre si cantava l’inno nazionale, si doveva fermare e rimanere immobile. Percorrono tanti chilometri per andare al pozzo a prendere l’acqua.

I Mozambicani sono molto educati, infatti, per loro tradizione prendono le cose sempre con la mano destra e dicono “canimambo” che significa grazie. Dopo ancora ci hanno detto che essi percorrono tanti chilometri per andare al pozzo a prendere l’acqua e che i bambini e gli adulti costruiscono giocattoli e utensili da soli. Loro costruiscono: portafogli, areoplanini, biciclettine, macchine ecc…. Infine siamo tornati alla dogana per farci timbrare di nuovo il passaporto e abbiamo simulato il volo verso l’Italia, dove ci siamo salutati dandoci appuntamento al prossimo incontro. Questa giornata del progetto ci è piaciuta molto perché ci siamo divertiti, ci hanno fatto le foto e abbiamo visto, scoperto e imparato molte usanze del Mozambico.

 

 
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